“Pelle a Pelle” il cammino verso il vino

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Articolo di “La Voce” quotidiano dell’Istria

 

 

Alcune opere esposte

 

 

 

 

 

 

 

L’armonia naturale del con-tatto:
un cammino da pelle a pelle alla riscoperta di antiche tradizioni.
di Francesca Bogliolo

Si ha l’impressione, a volte, nell’ambito dell’arte contemporanea, che il tema del contatto con la natura sia da considerarsi superato, che lo si ritenga meno capace di coinvolgere anima e sentimenti di quanto non possano fare le influenze metropolitane. E’ parso, per un periodo, che temi come il consumismo, i mass media, l’alienazione e la vita a contatto con l’ambiente urbano potessero aver definitivamente soppiantato un certo tipo di suggestioni, di cui la Land art si è riappropriata con coscienza, invitando lo spettatore a fare altrettanto. Se fin dall’antichità gli uomini avevano ricercato nell’ambiente naturale il senso del sacro, interagendo con esso ai fini di ritrovare una spiritualità, all’inizio del secolo sembrava che tutto questo potesse essere tralasciato, o peggio, dimenticato. Il risveglio ecologico iniziato negli anni sessanta e proseguito nei decenni successivi ha permesso tuttavia che si giungesse a riflessioni sul futuro, sul mondo in continuo cambiamento, anche attraverso la riscoperta dell’ambiente naturale come culla delle nostre origini. Il connubio artistico tra l’artista e performer Ivona Verbanac e il fotografo Giulio Cardona, porta alla luce un’attenta ricerca delle radici culturali, un’antica tradizione da riscoprire attraverso un’indagine artistica moderna e innovativa, tesa a offrire allo spettatore la possibilità di confrontarsi attivamente, attraverso esperienze tattili, con una natura romantica, concepita come Unità di un Tutto di cui l’uomo è solamente un frammento. La volontà dei due artisti è quella di permettere agli spettatori di rivivere un’attività antica, come quella della vendemmia, come performance creatrice, che li metta in contatto con la propria parte esperienziale, da rivalutare alla luce di un con-tatto. Il tentativo è quello di ricondurre l’uomo alla sua primitiva armonia naturale, entrando in relazione con quello Spirito racchiuso in tutte le cose che trova la sua massima espressione nell’umana autocoscienza, già protagonista e ispiratore degli happening e delle azioni concettuali di Beuys. Nel riconoscersi nell’unità originaria, l’artista e lo spettatore sono invitati a prendere coscienza del divenire come una legge di natura, per poter trovare la propria definitiva libertà. Il vegetale prescelto, l’uva, e l’attività simbolica del camminare su di essa come performance evocativa di un’attività tradizionale quale la vendemmia, svolgono la funzione di mediare nel rapporto tra l’uomo e la natura, scandendo un tipo di tempo differente da quello odierno, e richiamando alla memoria la sacralità dei gesti di antica memoria. La scelta della performance, visiva e tattile, è la conscia decisione dell’accettazione dei ritmi naturali proposti e condivisi dai due artisti, che riconoscono la ciclicità e la precarietà della natura come guida dei propri gesti. L’invito rivolto agli osservatori è dunque quello di vivere con consapevolezza il proprio tempo senza dimenticare di essere parte di un Tutto che permetta di affinare il senso della meraviglia. Verbanac e Cardona, consapevoli del proprio ruolo sociale, assumono dunque una responsabilità che può essere sostenuta solamente da artisti e poeti: nel richiamare la nostra attenzione sulla natura, essi si muovono come messaggeri, invitandoci all’osservazione attenta e alla riscoperta della nostra umanità, rivelando nuove intuizioni visive e facendo provare alla pelle percezioni sconosciute provenienti da un mondo e un’attività che pensavamo –errando- di conoscere, che invece ci sorprenderà in un inaspettato, lirico, crescendo di sensazioni.

La galleria Alvona

 

i galleristi Alis e Vinko Saina- la performer Ivona Verbanac-il fotografo Giulio Cardona-l’arpista Vlasta Hribar

Ivona Verbanac