Binario 18

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PROGETTO ARTISTICO/SOCIALE

PREMESSA

L’emergenza migrazione ci pone di fronte ad una sfida: rivedere e riflettere sul nostro modo di sentire, sulla capacità di provare benevolenza nei confronti dell’altro, passando, come auspicato da Papa Francesco “da una cultura dello scarto ad una cultura dell’incontro e dell’accoglienza“.

La celebrazione della diversità si trasforma così in una sorta di cartina al tornasole per il processo di umanizzazione nel momento in cui essa viene declinata da una parte della società come un pericolo, un danno, un male da affrontare con diffidenza, timore e paura. Gli ultimi fatti di Parigi ci mettono di fronte ad una nuova emergenza che impone alla società civile europea di doversi confrontare con la possibilità di una radicalizzazione fondamentalista dei suoi membri e che vede proprio nella marginalizzazione uno dei fattori che contribuiscono alla nascita dell’estremismo violento.

L’opinione pubblica va sensibilizzata ed uno sforzo significativo può partire proprio dalla società civile alla ricerca di un modello di integrazione di successo, che impedisca alle organizzazioni terroristiche di trovare un terreno fertile.

IL TEMA

Binario 18, il binario d’arrivo del Treno del Sole… il binario d’arrivo verso la speranza in un futuro migliore.
Un percorso espositivo artistico itinerante che consente al visitatore un viaggio attraverso le vecchie e nuove immigrazioni, dentro le sensazioni e le emozioni di chi è costretto a lasciare il proprio Paese, offrendo la possibilità di riflettere sul significato di diversità, ma anche sugli inganni della percezione, sulle nuove tipologie migratorie ed i meccanismi sociali ed economici che le causano.

Come ogni mostra, Binario 18 rappresenta un punto di partenza e vedrà momenti di approfondimento grazie ad incontri e convegni sul tema.
Lo scopo della mostra è infatti stimolare la riflessione e sviluppare le capacità critiche per individuare le forme dissimulate di discriminazione e di razzismo presenti nella nostra quotidianità, partendo dalla riscoperta della nostra storia di emigranti: la storia di ognuno di noi, raccontata all’unisono attraverso le opere di artisti della “società civile” ed artisti- poliziotto.

Legal@rte

Associazione di volontariato

Strada Settimo 139/9 – 10156 Torino legalarte@virgilio.it

“All’inizio non esisteva né un prima né un dopo né un altrove da cui immigrare.”

(Le cosmicomiche, Italo Calvino)

L’opera esposta:

Le pedine di Schelling

Le pedine di Schelling

L’interpretazione dell’autore:
L’immagine che propongo è osservabile a tre livelli, anche se la damiera con le pedine potrebbe essere interpretata come un gioco di conflitto o sfida piuttosto che di convivio, in realtà ricorda una teoria di Schelling riferita alla sociologia.
Un’ interpretazione di questa immagine è il rapporto rappresentato tra  i due attori che si stringono la mano, tutto ricorda “l’opposto” per il fatto che l’ immagine è sempre  in bianco e nero: la pelle dei due soggetti, le pedine, la damiera, la tecnica fotografica utilizzata, tutto rappresenta  l’opposto, l’antagonista,  un diverso unito dalla stretta di mano e dal gioco.
Un osservatore più attento noterà che i giovani sono inferiori ai 10 anni pertanto degli esseri puri, dei messaggeri.    
Il titolo dell’opera: “Le pedine di  Schelling”, con le pedine differenti tra loro nelle dimensioni posizionate alla rinfusa sulla damiera, sono un riferimento specifico alla teoria del noto sociologo divulgata all’inizio del ‘900, al quale si attribuisce il merito di aver trattato questo tema valido ancora oggi, e questo è appunto il legame tra la vecchia e la nuova immigrazione, l’anello di congiunzione.
Parlare di legami tra le vecchie e le nuove migrazioni, vuol dire approfondire il meccanismo di “push end pull”, trovo però interessante la visione di Schelling per ciò che concerne lo status del migrante, per ciò che concerne l’aggregazione e per la difficoltà di integrazione che avvengono come fenomeno conseguente.
In breve: Schelling affermava che il ghetto e l’emarginazione da parte di gruppi di individui è spesso frutto di conseguenze sociologiche, status da superare per poter vivere una piena integrazione.
L’autore della tesi ha spiegato la sua idea paragonando la società ad una scacchiera piena di pedine, con la possibilità delle medesime di potersi muovere verso una casella vicina alla propria quando è libera. Ebbene gettare alla rinfusa le pedine avrebbe come conseguenza un numero superiore di pedine di un colore in una delle metà della scacchiera.
Ma se le pedine avessero la possibilità di potersi muovere, allora noteremmo che la pedina del colore di numero inferiore si sposterebbe verso le pedine del proprio colore lasciando un vuoto dietro di se, questo vuoto sarebbe colmato dalla pedina di colore opposto, ottenendo il risultato che, la scacchiera dopo un pò di tempo, avrebbe le pedine di un colore in una metà della scacchiera e le pedine dell’altro colore nell’altra metà.
Quindi posso concludere che i due puri messaggeri si stringono la mano nel momento in cui le pedine sono ancora posizionate alla rinfusa sulla scacchiera e questa sarebbe l’unica maniera per avere un’integrazione sociologica di uomini diversi per i loro costumi.
Giulio Cardona.
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Conferenza sul tema dell’immigrazione relativa alla mostra d’arte Binario 18
sono intervenuti:
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 Mauro Laus,  Presidente del consiglio regionale Piemonte

Monica Cerutti, Assessora alle politiche sociali Regione Piemonte

Maurizio Braccialarghe, Assessore alla cultura città di Torino

Guido Curto, Critico d’arte Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino

Silvio Magliano, consigliere Vol.to Centro Servizi per il volontariato

Roberta Di Chiara,  Presidente Legal@rte

 

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Alcuni momenti durante l’inaugurazione

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Giulio Cardona e Roberta DiChiara

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Gli artisti che hanno partecipato alla mostra  e la curatrice Roberta DiChiara

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