Gli effetti nella fotografia infrarosso/infrared

E’ un’opinione generica credere che in post-produzione, con raffinati software, si possa elaborare un’immagine al punto da ottenere un effetto fotografico senza limiti.

Ciò non è esatto!

Anzi chi come me proviene dalla vecchia generazione di fotografia analogica sa bene che effetti come la polarizzazione della luce (mari e cieli da sogno delle cartoline che rappresentano paesaggi tropicali) si ottengono solo mediante filtri usati nel momento in cui si cattura l’ immagine.

Per ciò che concerne la fotografia all’ infrarosso vale tanto quanto ho appena affermato, infatti i possessori di “Photoshop CS5” (e seguenti) sanno bene che digitando: Immagine-Regolazioni-Bianco e nero- Infrarossi, otterranno solo un B/N virato, mentre l’infrarosso non è Bianco e nero.

L’ infrarosso è una componente  della luce non visibile all’occhio umano perchè di frequenza immediatamente superiore alla nostra percezione, le macchine fotografiche invece hanno questo tipo di sensibilità  percettiva mediante delle pellicole sensibili speciali nel caso di macchine analogiche e filtri creati ad hoc per quelle digitali.

L’ infrarosso ha ovviamente una rifrazione diversa rispetto a quella che siamo abituati a vedere, pertanto artisticamente ci permette di ottenere effetti unici, ad esempio penetra nella pelle umana al punto di far scomparire in un volto le rughe i nei e le varie imperfezioni della cute rendendo un viso cereo.

(ingrandisci l’immagine seguente e nota le mani ed il viso della ragazza. L’immagine in questine non ha post-produzione)

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“La bambola di ceramica”

carnevale di venezia 2011

 

Un’ altro effetto classico di rifrazione dell’infrarosso è del colore bianco che va a sostiture il verde della clorofilla dando una sensazione innevata delle immagini.

(il bianco tende spesso a sovraesporre)

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“La strada verso casa”

50 x 75


Altresì è interessante osservare la penetrazione delle onde con frequenza dell’ infrarosso nell’umidità.

Questa tecnica permette di ottenere immagini particolarmente nitide in presenza di umidità, percui la si utilizza per fotografie planetarie, ma anche per ottenere l’effetto seguente in giornate nuvolose.

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“L’occhio divino”

50 x 75

La penetrazione da parte delle onde infrarosse nell’umidità permette anche di ottenere una diversificazione netta delle nuvole nel cielo, un pò come il filtro polarizzatore diversifica in modo netto la frequenza delle onde luminose nel campo del visibile.

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“La ouate”

50 x 75

Rispetto alla fotografia tradizionale lo scatto all’infrarosso in controluce regge perfettamente l’uniformità dell’esposizione.

“Verso il sole”

75×50